La Spagna di Rajoy by Alfonso Botti & Bonnie N. Field

La Spagna di Rajoy by Alfonso Botti & Bonnie N. Field

autore:Alfonso, Botti & Bonnie N., Field [Alfonso, Botti & Bonnie N., Field]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Scienza politica, Ricerche e studi dell'Istituto Carlo Cattaneo
ISBN: 9788815314116
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2013-10-14T22:00:00+00:00


2. Il processo di riforma

Dalla negazione alla decelerazione accelerata. L’adattamento dell’economia spagnola alla crisi finanziaria ha attraversato diverse fasi. La crisi è deflagrata a livello globale durante il secondo semestre del 2007, poco dopo la rivelazione dello scandalo americano dei mutui subprime. Il primo effetto che essa ha avuto in Spagna è stata la barriera che le banche hanno immediatamente posto ai prestiti. Ciò ha causato automaticamente una contrazione dei consumi, determinando a sua volta difficoltà per diverse piccole e medie imprese, che hanno visto calare drasticamente la domanda. Di conseguenza, il potere d’acquisto è crollato nettamente, danneggiando quello che era stato il maggiore settore trainante per la crescita degli anni precedenti, ossia quello delle costruzioni, che costituivano il 17,9% del Pil solo nel 2007. Dato che, tuttavia, risulta sostanzialmente più alto se a esso sommiamo le attività manifatturiere e di servizi che al settore delle costruzioni sono strettamente legate. Di conseguenza, l’esplosione della bolla immobiliare si è riflettuta nel rapido aumento del tasso di disoccupazione, che è salito dal 8,0% nel secondo quadrimestre del 2007 al 10,4% un anno dopo.

Evidenze nella direzione di una significativa decelerazione e di una probabile recessione, in base a una inflazione e a un tasso di disoccupazione in aumento, a un calo negli acquisti di automobili e nella richiesta di mutui, a un indice di produzione industriale tendente verso il basso, e così via, erano già disponibili all’osservazione da parte del governo spagnolo agli inizi del 2008. Ciò malgrado, la Spagna si accingeva ad affrontare la sua stagione elettorale, e il governo socialista ha preferito negare l’esistenza della crisi, rinunciando così ad adottare qualsiasi misura. Una volta vinte le elezioni nel marzo 2008, i dati sulle perdite di lavoro e un rilevante deterioramento del mercato del lavoro erano ormai evidenti a tutti, considerato che il tasso di disoccupazione aveva ormai raggiunto l’11,3%. Soltanto in quel momento Zapatero ha ammesso l’esistenza di una «decelerazione accelerata».

L’esecutivo socialista ha riconosciuto pubblicamente le difficili condizioni economiche, iniziando ad adoperarsi in tal senso, non prima dell’autunno del 2008. La tabella 1 presenta una lista delle più importanti riforme realizzate dal governo socialista. La prima misura è stata quella di aumentatare la provvigione di garanzie al settore bancario, per un valore di 100 miliardi di euro. Tuttavia, l’apporto massivo di denaro non è stato seguito dalla richiesta che le banche concedessero i mutui alle imprese e ai privati, essendo pertanto profondamente criticato da larga parte della cittadinanza.

Contemporaneamente, il governo ha approvato il cosiddetto «Piano E», con un budget di 55 miliardi di euro, per finanziare i lavori pubblici e favorire, così, il reimpiego dei lavoratori nel settore delle costruzioni. Anche questa misura è stata pesantemente criticata, per l’esorbitanza del suo budget e la sua prospettiva di breve respiro. Nel complesso, le riforme attuate dal governo socialista sono state tardive e, soprattutto, non hanno affrontato concretamente i problemi strutturali dell’economia.

TAB. 1. Sintesi delle misure implementate dal governo socialista (2008-2011)

Pacchetto di salvataggio per il settore bancario

Ottobre 2008

Provvigione di 100 mila milioni di



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